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Il caso “Bossetti” e il principio dell’oltre ogni ragionevole dubbio

di Domenico Anelli

 

14.00

L’opera dell’avvocato Domenico Anelli, ripercorrendo il fatto giudiziario del noto caso di cronaca nera “Caso Bossetti”, pone l’attenzione su principi costituzionali come il giusto processo, il contraddittorio e il diritto di difesa con specifico riferimento alle garanzie riconosciute all’indagato e all’imputato.

L’autore vuole illustrare l’interconnessione tra scienza e giustizia penale spesso sottovalutata; un legame sempre più forte ma che sovente ha creato criticità all’interno dei processi alimentando la cosiddetta cultura dell’errore.

Il capitolo conclusivo esamina e propone una nuova figura professionale che, ad avviso di chi scrive, dovrebbe entrare già nella delicatissima fase di acquisizione, repertazione e analisi delle tracce di un delitto. Una novità che potrebbe aiutare ad evitare errori e processi indiziari.

Il volume, tuttavia, si rivolge non soltanto agli addetti ai lavori ma anche a studenti e lettori interessati a comprendere come a volte il dubbio può essere il preludio alla verità.

 

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Descrizione

Il lavoro in argomento si prefigge l’obiettivo di analizzare, dal punto di vista del giurista, alcuni istituti del codice di procedura penale con riguardo al rapporto tra scienza, processo e diritti costituzionalmente garantiti.

Oggetto della disamina sono gli accertamenti tecnici irripetibili, la prova scientifica ed il rapporto di questi con il principio del giusto processo.

Si tratta di un problema di grande attualità all’interno della pratica forense perché l’apporto della scienza alla giustizia penale sta dando nuovi risvolti nel campo della ricerca della verità processuale nonché delle garanzie riconosciute in capo all’indagato ed all’imputato.

La disamina avrà ad oggetto alcune riflessioni in merito al processo indiziario che, pur ammesso nel nostro sistema, fa sì che si producano  una serie di errori giudiziari, tali da generare il ricorso ad una vera e propria cultura dell’errore.

Da ultimo si vuole proporre l’innesto, nel codice di procedura penale di una nuova figura professionale, inquadrabile con il termine di difensore a futura memoria, tale da rivestire i panni di vero e proprio difensore dell’ignoto autore del reato, al fine di evitare che le indagini si sviluppino in un’unica direzione, tralasciando la ricerca degli elementi di prova anche a favore di colui che si presume autore di un determinato fatto delittuoso.

L’argomento è stato sviluppato con la finalità di rendere ancora più evidente il legame tra diritto e scienza ma soprattutto, con la speranza di veder colmato un vuoto legislativo relativo alla delicata fase delle indagini preliminari, al fine di consentire un controllo attivo della medesima in modo tale da garantire una concreta parità delle parti.

 

 

Informazioni aggiuntive

ISBN

978-88-6515-19-90

Pubblicato

Febbraio 2022

Formato

Brossura

Pagine

88

Interno

B/N

Lingua

Italiano

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