Descrizione
Ogni anno, secondo l’Agency for Health Care Policy and Research, sono da 300 a 600 mila i nuovi casi di disfagia, cioè la difficoltà a deglutire che insorge a seguito di malattie neurologiche quali Parkinson, Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), Scerosi Multipla. Si stima che questa problematica sia destinata a crescere in quanto correlata anche a condizioni patologiche frequenti nell’anziano o dell’invecchiamento, come l’ictus, le vasculopatie cerebrali, i tumori e le malattie funzionali del distretto digestivo che interessano esofago, collo, trachea.
La disfagia non è sempre facile da riconoscere e diagnosticare. In alcuni casi la difficoltà a deglutire cibi solidi e liquidi è evidente, ma in altri può manifestarsi con sintomi aspecifici. Da qui la necessità, in primo luogo, di una precoce e semplice diagnosi.
Quindi, quando la capacità a deglutire, sia cibi solidi che liquidi, è compromessa, occorre porre particolare attenzione alla dieta, modificando la consistenza dei cibi al fine di facilitare la loro ingestione.
L’intervento nutrizionale rivolto al soggetto disfagico (che non riesce ad alimentarsi) è, in realtà, molto più complesso perchè ha l’obiettivo di prevenire il rischio di malnutrizione (per insufficiente introito di nutrienti e di energia rispetto ai fabbisogni), di disidratazione (per inadeguato apporto di liquidi) e “polmonite ad ingesti”, una infezione delle vie respiratorie molto grave causata dal cibo che viene aspirato nelle vie aeree anzichè essere correttamtne incanalato nell’esofago.
Per le importanti implicazioni mediche, si raccomanda che la disfagia sia trattata da una équipe multidisciplinare costituita da un medico che tratti la disfagia in funzione della patologia che l’ha generata, da un logopedista (che si occupi della rieducazione funzionale delle capacità deglutitorie) e da un dietista (per la valutazione dello stato nutrizionale e l’impostazione di una dieta adeguata e personalizzata)
Nella presente monografia cercheremo di fornire aggiornamenti teorico-pratici agli operatori sanitari, in particolare ai dietisti, che si occupano della gestione di soggetti disfagici focalizzandoci sugli interventi dietetico-nutrizionali ancora, purtroppo, non sufficientemente valorizzati e applicati in molte realtà socio-sanitarie.
La formulazione di un ricettario ad hoc in appendice alla presente monografia nasce dalla crescente richiesta di dietisti, infermieri, cuochi, familiari o caregivers di avere indicazioni pratiche su come affrontare e gestire le problematiche nutrizionali dei pazienti disfagici presenti in ospedali, residenze sanitarie per anziani o a domicilio.
Abbiamo ritenuto che questo lavoro di équipe che si è esplicitato con la stesura di una tesi di laurea di una studentessa del Corso di Laurea in Dietistica dell’Università di Modena e Reggio Emilia potesse essere un valido “supporto”formativo e professionale per i futuri dietisti nonchè per tutti coloro che lavorano in questi ambiti socio-sanitari.