Descrizione
Il contenimento dell’inquinamento atmosferico e dei suoi effetti nocivi sulla salute umana rappresenta una grande sfida per la Sanità Pubblica.
I fattori di rischio presenti nell’ambiente sono numerosi e sempre più spesso ci si trova ad affrontare problemi emergenti, non sempre del tutto conosciuti dal punto di vista tecnico-scientifico con conseguente ritardo di corrette pianificazioni e implementazioni di misure a tutela della Salute Pubblica. Certamente, non ha giovato il risultato del Referendum del 1993 (Abrogazione delle norme sui controlli ambientali effettuati per legge dalle ASL) che è esitato, di fatto, in una separazione tra AMBIENTE e SALUTE.
La situazione che si è, successivamente, delineata nel territorio nazionale è stata molto variegata e diversa tra le varie Regioni e il più delle volte, tra le strutture delle Agenzie per la Prevenzione Ambientale e i Dipartimenti di Prevenzione delle AA.SS.LL. vi è stata scarsa comunicazione e collaborazione.
Anche il fatto di trovarsi di fronte ad una normativa complessa, di non semplice interpretazione e in continua evoluzione, ha contribuito ad accentuare la confusione tra i ruoli e l’incertezza dei rispettivi ambiti di competenza e tutto ciò, nel tempo, ha ingenerato in alcuni l’errata convinzione che le tematiche correlate all’ambiente non rientrassero più nella sfera delle competenza della Sanità Pubblica facendo assumere agli operatori di Sanità Pubblica un atteggiamento di allontanamento e disinteresse, quasi abdicando al proprio ruolo.
Ad onor del vero, neanche in quei casi in cui quando il mondo della Sanità Pubblica ha cercato di far comprendere come un ambiente “non salubre” può avere conseguenze sulla salute vi sono state grandi aperture in termini di ascolto e di sostegno e anche laddove le attività di epidemiologia ambientale e di tutela della salute pubblica sono state svolte in maniera continua e collaborativa come nel “Caso” Taranto la Sanità Pubblica non è stata ascoltata a sufficienza, salvo poi essere chiamata a sostegno delle iniziative giudiziarie.
Bisogna quindi che la Sanità Pubblica torni a essere protagonista e per fare questo c’è un grande bisogno di formazione specifica per non correre il rischio di essere colti impreparati.
E a questo proposito è di fondamentale importanza il ruolo che può assumere la nostra Società Scientifica con le sue strutture organizzative.
Proprio in questa direzione si è mosso il Gruppo di Lavoro S.It.I. “Salute e Ambiente” nell’elaborazione di questo “Quaderno” sull’inquinamento atmosferico ed il suo impatto sulla Salute Pubblica. Un encomiabile sforzo da parte di tutti i componenti del gruppo, a partire dal suo coordinatore prof.ssa Margherita Ferrante e di tutti gli altri numerosi autori che hanno riportato le proprie conoscenze scientifiche e le proprie esperienze professionali in materia di inquinamento atmosferico, delle sue ricadute sulla salute umana , sulla necessaria gestione del problema con le indispensabili conoscenze dei sistemi di monitoraggio e di controllo e delle strategie per la riduzione dell’inquinamento stesso.
Da Past President della S.It.I., da operatore di Sanità Pubblica ma, soprattutto, da cittadino, non posso che complimentarmi per questo ennesimo lavoro editoriale del Gruppo di Lavoro Salute e Ambiente che oltre ad essere di grande utilità per tutti gli operatori porta ulteriore lustro a tutta la nostra società scientifica
Prof. Michele Conversano