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Salute e ambiente. Diritti feriti

di Pasquale Costanzo, Aldo Ferrara

24.70

In queste pagine riprendiamo molti spunti di precedenti Volumi dedicati al default progressivo dell’offerta di salute in Italia. Deficit del Sistema Pubblico, tendenza alla sussidiarietà ed alla privatizzazione strisciante, hanno privato il Paese del controllo pubblico sui Servizi Essenziali. Cosa emerge da questo Volume? Che ci hanno negato i diritti fondamentali: salute, ambiente, energia e trasporti per una politica di demonizzazione della Cosa Pubblica, della Res Pubblica. I target che ci siamo prefissi in questa sede non sono di poco conto:

Diritto alla salute:

– Deficienze del Sistema Sanitario Nazionale

– Privatizzazione strisciante dei Servizi diagnostici e terapeutici

Diritto all’Aria Pulita:

– inquinamenti (aereo, acustico, luminoso, elettromagnetico)

Diritto ai Servizi Urbani:

– ruolo delle consociate, rifiuti solidi urbani, trasporti PPLL

Diritto all’Energia:

– elettrico, rinnovabile, fossile

Diritto al Cibo:

– desertificazione da cambiamento climatico, siccità

Descrizione

Anche per chi sia mediamente al corrente che il “<strong>sistema</strong>” sanitario è lungi dal poter essere ricomposto, appunto, a sistema, afflitto, com’è, da disfunzioni geografiche, organizzative funzionali e soprattutto economiche (<em>pandemia docet!</em>), questo lavoro (ascrivibile, se si vuole, al nobile fi lone letterario dei pamphlet di denuncia, quale non dovrebbe mai venire meno per una buona manutenzione della democrazia), potrà forse ugualmente costituire una sorta di “discesa agli inferi”, sia pur costellata di statistiche e cifre fortemente espressive già per se stesse.

 

Come dire che la coscienza del disastro non è mai abbastanza chiara, se non corroborata dall’intelligenza precisa dei fatti e dei comportamenti. Questo “<em>dantesco</em>” itinerario ovviamente ha il suo Virgilio, in primo luogo, nell’Autore del primo saggio da cui sono anche illustrati i gironi infernali, che disvelano al lettore talune radici del male e in cui lo stesso lettore potrebbe avere la disavventura di ritrovarsi come malcapitato “utente” di questo o quel servizio privato o pubblico (più di sovente ostaggio del privato).

 

Anche il titolo vorrebbe essere eloquente del contrappasso di quanto ormai pedissequamente si va dicendo su una supposta età dei diritti o ragionando su un metafisico diritto di avere diritti. La realtà effettuale, purtroppo, è, forse, meglio fotografata dalla formula dei “diritti feriti”, con un plurale non casuale, come ancora la pandemia in corso drammaticamente ci fa comprendere: perché non solo la vita stessa e neanche soltanto la salute individuale, ma particolarmente la sanità pubblica condizionano la possibilità di avvalersi di un fascio di fondamentali libertà della persona umana.

 

L’aziendalizzazione della sanità è posta al centro della vibrata denuncia come Lucifero nel Canto XXXIV dell’Inferno: e, come di Lucifero, si avverte che il suo peccato più grande è stato il tradimento.

Il tradimento del malato trasformato in cliente. La denuncia è, infatti, che “<strong>Costituire Aziende Ospedaliere ha significato l’introduzione del profitto aziendale in un Servizio che era assolutamente universale e gratuito</strong>”.

 

Un secondo tradimento ha avuto come vittima l’Università, di cui sono state strumentalmente (a favore della struttura politico-amministrativa) riconfigurate le attività di cura, di ricerca e persino l’allocazione delle cattedre con seri dubbi di radicale incostituzionalità.

 

Il terzo soggetto colpito dal tradimento è in generale lo stesso cittadino, che vede stornate le sue contribuzioni nei meandri della corruzione e della cd. malasanità pubblica e privata, costretto, per sovrapprezzo, quando ne abbia bisogno, a subire ulteriori balzelli o chiamate in correità nella (mancata) emissione di fatture. Le soluzioni, con dovizia di argomenti, avanzate si spera meritino le attente riflessioni dei lettori (augurandoci che tra essi ci sia anche chi si trova “<em>colà dove si puote</em>”).

 

Segue, poi (se ci si consente di proseguire nella metafora col <strong>Divin Poeta</strong>), una seconda “<em>cantica</em>” dedicata all’ambiente e al clima, da cui si evincerebbe, è vero, che siamo (forse) meno drammaticamente in purgatorio. Ma la trama delle cose da purgare e dei problemi da risolvere, esibita nel lavoro, è così fitta e complessa che anche solo accennarne sarebbe impresa impossibile. Convintamente, pertanto, s’invoglia il lettore a calarsi in un’arricchente lettura, confidando nella capacità del testo di coinvolgere, quando non di avvincere, in un discorso specialistico con sufficiente perspicuità e con un adeguato eclettismo disciplinare.

Ci si permette ora di segnalare il contributo specificamente destinato a ragguagliare sulle politiche sanitarie in attuazione di precisi disposti costituzionali.

 

Tramite la lettura di diversi indicatori è possibile verificare quale sia stata l’evoluzione dei rapporti tra i due piani e quale ne sia ancora le reciproca distanza. È evidente come si sfori qui il limbo dell’incompiuto: alla saggezza e previdenza della Carta costituzionale è mancata e continua evidentemente a mancare la grazia dell’attuazione.

 

È sperabile che non si debba aspettare la fi ne dei tempi per una decisiva riconciliazione tra <em>lex</em> e <em>iura</em> come notoriamente teorizzato da una grande Maestro del costituzionalismo contemporaneo.

Informazioni aggiuntive

ISBN

978-88-6515-162-4

Pubblicato

Settembre 2020

Formato

Brossura

Pagine

220

Interno

B/N

Lingua

Italiano

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