Descrizione
Nella riabilitazione delle persone con disordini delle funzioni motorie conseguenti a lesioni del sistema nervoso o degli organi periferici del movimento, l’obiettivo principale dell’intervento terapeutico (medicina riabilitativa) è la promozione del massimo recupero funzionale possibile attraverso l’attivazione delle risorse residue interne all’individuo (riorganizzazione biologica e comportamentale) e/o l’utilizzo eventuale di presidi ortopedici (ausili, ortesi, protesi).
Le ortesi, un tempo vissute come segno di un fallimento della riabilitazione e come marchio di una disabilità permanente, sono oggi considerate strumenti indispensabili per la promozione della migliore funzionalità possibile, da inserire a pieno titolo nel progetto terapeutico a fi anco della fi sioterapia e degli altri eventuali interventi rieducativi (farmaci, chirurgia funzionale): contengono, compensano danni inemendabili, prevengono e, entro certi limiti, correggono danni secondari, guidano, sostengono, facilitano la funzione, consentono di “fare ciò che non sarebbe altrimenti possibile fare a causa delle proprie limitazioni, oppure di farlo con minore sforzo, in modo più sicuro, veloce e accettabile” (Andrich, 1996).
La scelta del dispositivo giusto al momento giusto è un processo che implica l’intervento di competenze specifi che nell’ambito di un lavoro interdisciplinare: richiede una valutazione del profi lo funzionale del paziente (difetti, risorse, compensi, supplenze, modifi cabilità dei segni, capacità diapprendimento, ecc.), una defi nizione degli obiettivi perseguibili e degli strumenti utilizzabili per il raggiungimento di tali obiettivi, una conoscenza dettagliata delle ortesi disponibili sul mercato e delle loro caratteristiche strutturali e funzionali, una
previsione e una successiva verifi ca degli effetti dell’utilizzo di questi dispositivi sulla funzione neuromuscolare e osteoarticolare.
A questo complesso processo sono dedicati i capitoli che seguono. Numerose pagine sono rivolte all’analisi dei segni più frequentemente riscontrabili nell’ambito delle patologie dell’apparato locomotore, alla loro interpretazione, alla loro infl uenza sulla funzionalità e sull’autonomia dell’individuo, agli strumenti terapeutici disponibili, alle possibilità offerte dalle ortesi. Di queste verranno descritte le caratteristiche principali, con particolare riferimento al meccanismo d’azione.
Poiché le conoscenze di biomeccanica costituiscono un requisito fondamentale per la valutazione e la scelta corretta delle ortesi, ampio spazio è riservato a questa disciplina.
Il capitolo 1 riguarda la biomeccanica generale (cinematica, cinetica, statica delle deformazioni) e riprende alcuni concetti base di questa disciplina applicabili in ambito ortesico. Nel capitolo 2, dopo un breve richiamo di fi siologia e biomeccanica del piede, vengono trattate le ortesi di piede, con una parte speciale dedicata al piede piatto, al piede cavo e ad altre patologie di comune riscontro. Nel capitolo 3, dopo una nota introduttiva generale sulle ortesi di arto inferiore (defi nizione e classifi cazione), vengono esaminate le ortesi statiche, evidenziandone l’infl uenza sui tessuti biologici, le indicazioni, i limiti e le controindicazioni. Il capitolo 4 è dedicato alle ortesi per la stazione eretta e il cammino nelle principali patologie centrali e periferiche dell’apparato locomotore.
Un’appendice è riservata agli ausili per il cammino, con un approfondimento del loro meccanismo d’azione, per molti versi sovrapponibile a quello delle ortesi.
Mi auguro che questi “appunti di viaggio” possano essere di qualche interesse e utilità per chiunque voglia affrontare le problematiche del movimento con il coraggio di prendere le distanze dalle certezze dei metodi e dei protocolli, avventurandosi in quel cammino tortuoso e pieno di incertezze che è la scienza della riabilitazione.
Se le conoscenze conseguite con la lettura di queste pagine indurranno a porsi nuove domande e a ricercare ulteriori risposte, e se contribuiranno a creare una sempre più stretta collaborazione tra le varie fi gure che si occcupano di riabilitazione, medici, terapisti e tecnici ortopedici, si potrà forse riconoscere che il lavoro fatto non è stato del tutto inutile.