Pensare La Tecnologia

di George Grant

 

12.00

Questo volume raccoglie alcuni tra i più importanti saggi e articoli del filosofo canadese George Grant (1918-1988) per la prima volta trodotto in lingua italiana. Grant riflette sul tema della tecnologia e del suo sviluppo nella modernità con uno stile accessibile a un pubblico vasto e non solamente di esperti, comunicando con profondità intuizioni filosofiche originali cui tutti possono riferirsi e da cui tutti possono sentirsi descritti.

Descrizione

Riflettendo sulla sua conversione al cristianesimo avvenuta nel 1942 mentre si trovava in Inghilterra a causa della guerra, il filosofo canadese George Grant riassunse la consapevolezza che stava alla base di questa decisione con la seguente espressione: “noi non apparteniamo a noi stessi”. Queste parole esprimono il profondo senso che Grant ha della realtà come dono; fu infatti tale significato della realtà come dono a dare forma, durante tutta la sua vita, alla sua preoccupazione nei confronti della deriva culturale del Nord America (Canada e Stati Uniti). Poco prima della sua morte, e dopo aver appreso di essere nella fase terminale della sua malattia, Grant scrisse:
Se volessimo mettere le cose in un linguaggio non immediato per noi moderni, Platonismo e Cristianesimo sono nel loro fulcro centrale interessate alla grazia – usando questa parola nel suo significato letterale. Grazia significa semplicemente che le grandi esperienze della nostra esistenza ci sono donate, e che non sono il frutto del nostro fare e che non dobbiamo interpretarli come fatti casuali e arbitrari. Il nostro fare avviene dentro ad un’ultima e fondamentale datità. Per quanto difficile sia per ciascuno di noi affermare che la vita è un dono, questa è un’affermazione fondante per il cristianesimo. Attraverso le vicissitudini della vita – le tragedie, gli oltraggi, le passioni, le punizioni e la follia della vita quotidiana – essere cristiano è il tentativo di imparare la sostanza di tale affermazione.
Nei suoi anni più maturi, Grant si concentrò principalmente sul proble¬ma della tecnologia perché era convinto che le società occidentali – spe¬cialmente il Nord America – fossero cadute nella sua morsa. Gli americani avevano scarsa consapevolezza di come la tecnologia racchiudesse in sé stessa un’intera visione della di vita. Grant non intendeva la tecnologia in senso convenzionale come un “insieme di strumenti esterni all’uomo” che l’uomo era libero di usare o controllare, e non ha nemmeno affrontato la questione della tecnologia moralisticamente. Al contrario, la tecnologia era per lui qualcosa di molto più radicale: una visione della realtà che inclu¬deva una dimensione morale e implicava un nuovo modo di relazionarsi con la totalità delle cose nella loro “datità”.
“Settantacinque anni fa”, afferma Grant, la gente avrebbe insistito sul fatto che “l’automobile non ci impone il modo in cui dovrebbe essere usata. E chi non sarebbe stato d’accordo? Eppure, questa sarebbe stata una rappresentazione fuorviante dell’automobile”. Sebbene esista qual¬siasi tipo di “misure amministrative” che ci consentono di “controllare il modo in cui le auto vengono utilizzate”, tali misure non ci consentono di “rappresentare a noi stessi l’automobile come strumento neutro”. Grant sostiene che l’illusione è molto più profonda (anche se più sottile) nel caso del computer. Non possiamo astrarre il computer “dal destino che è stato necessario per la sua realizzazione. Il buon senso può dirci che il computer è uno strumento, ma è uno strumento collocato all’interno del destino che si ‘impone’ su di noi, e quindi il computer impone se stesso”. Questo destino “ci avvolge nelle sue stesse concezioni di strumentalità, neutralità e finalità”, in modo tale che ora possiamo giustamente affermare che “la tecnologia è l’ontologia dell’epoca”. In effetti, la nostra “difficoltà centrale” oggi è che affrontiamo le questioni della vita – o riguardo a ciò che Grant chiama “giustizia” – in termini di modelli tecnologici di pensiero che “sono essi stessi il fulcro di quel destino”.
Questi modi di pensare – che Grant definisce il “package deal” implicito nella tecnologia moderna – contengono un nuovo ma per lo più non artico¬lato “resoconto di ciò che si intende per conoscere e fare in cui entrambe le attività sono cambiate dalla loro co-penetrazione”. Il risultato è la perdita di una visione della realtà radicata in un senso del dato come dono – del dato come originariamente buono in virtù dell’atto creativo di Dio.
In una parola, i modelli tecnologici di pensiero che per Grant carat¬terizzano al meglio la cultura moderna bloccano la priorità di vedere la realtà così come è. È la perdita di questa priorità del “vedere” che è alla base della grande rimozione, da parte della civiltà moderna, dell’essere nel suo significato sempre primario come presenza, a favore dell’essere come (neutrale) strumento.
Nella presente raccolta, Pietro Rossotti e Costanza Raimondi hanno raccolto i principali articoli scritti da Grant sul tema della tecnologia e del suo sviluppo nella modernità, in particolare nella cultura nordamericana. Grant è uno dei grandi critici culturali del nostro tempo, in particolare della tradizione liberale espressa in Canada e negli Stati Uniti. Questa breve raccolta, la prima in lingua italiana, introducendo gli scritti di George Grant a un nuovo pubblico diventa occasione per una ulteriore riflessione sulla “questione” della tecnologia. Mi auguro che questo tipo di riflessione filosofica posso alimentare nelle nuove generazioni il gusto critico per le vicende umane.

David L. Schindler
Dean Emeritus
Gagnon Professor of Fundamental Theology
The Pontifical John Paul II Institute
The Catholic University of America, Washington DC

Informazioni aggiuntive

ISBN

978-88-6515-20-72

Pubblicato

Gennaio 2023

Formato

Brossura

Pagine

126

Interno

Bianco e Nero

Lingua

Italiano

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